lunedì 24 novembre 2008

Eluana Engaro

In questi giorni abbiamo assististo ad un ampio talk show mediatico sul caso Eluana Engaro.
Abbiamo così sentito da una parte la voce di chi sosteneva le proprie ragioni per togliere l'alimentazione ad Eluana, e dall'altra parte le risposta delle persone contrarie; ognuno portava le ragioni delle proprie affermazioni.
Così in questo dibattito allargato da una parte c'era Beppino Englaro, il padre di Eluana, Mina Welly, la vedova di Piergiorgio, e i politici favorevoli a togliere l'alimentazione, e dall'altra la voce della Chiesa con uno dei suoi rappresentanti più significativi Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la vita, e dei vari politici favorevoli alla posizione della Chiesa, pronti a difendere i loro principi.
Io non voglio entrare in merito se sia giusto o no togliere l'alimentazione ad Eluana, anche perchè dall'esterno rischierei di partire da qualche mio principio personale (tipo il rispetto della vita) ed applicarlo sic et simpliciter, senza calarlo nel vissuto reale. Io non ho vissuto la situazione del padre di Eluana, o della moglie di Wendy (per citare un caso simile), ma penso che quello che hanno vissuto o stanno vivendo nel vedere la sofferenza di una loro persona cara sia molto doloroso. Solo trovandosi a vivere la stessa situazione si riesce a cogliere quello che provano. Certo, bisogna dire che ci sono anche le testimonianze di persone che accudiscono e accompagnano con tanto amore persone care che si trovano nella stessa situazione.
L'unica cosa che volevo, però, sottolineare è che nel dibattito di questi giorni ho avuto la sensazione che molti siano intervenuti solo per difendere i loro principi e valori.
Il Budda insegna che la verità stà nel mezzo e lo stesso Gesù dice: "Non c'è peggior sordo di chi non voglia sentire". Allora dico: impariamo ad ascoltare, a metterci nei panni dell'altro; partiamo dal presupposto che forse non sempre ho ragione io, e quando parliamo facciamolo non per difendere la nostra ideologia, altrimenti cadiamo in un sistema che ha portato alle tirannie.
Cerchiamo di capire! Questo non significa che devo cambiar opinione, ma cercar la verità, sapendo che quello che oggi può sembrare vero, domani forse può sembrarlo un pò meno.
Ho voluto fare questo post perchè penso che come educatore abbia il dovere di interrogarmi sui fatti significativi riguardanti la vita che succedono nel mondo, proprio per non cadere nell'errore detto sopra: partire dai miei principi e applicarli indifferentemente e automaticamente alle vicende quotidiane della vita.

2 commenti:

Martina ha detto...

Tu quindi non ti schieri e non ti metti ne da una parte ne dall'altra...probabilmente è così che un educatore dovrebbe fare per non creare una fotocopia di sè nella città interiore dell'altro a cui si rivolgo... Ma credo che sentire le opinioni degli altri sia un motivo di crescita, un modo per arrivare autonomamente a crearsi un'idea delle cose, a formulare pensieri concreti, pensieri che non dovrebbero essere dati una volta per tutte(anche se questo crea incoerenza agli occhi del gruppo)ma aperti a possibili riflessioni e rielaborazioni.
A volte temo che questa generalizzazione e neutralità dei pensieri degli educatori crei ragazzi incerti, poco concreti, un po' vaghi, che dici?

linda ha detto...

La storia di Eluana ha fatto particolarmente riflettere anche me...Siamo proprio sicuri che MORTE sia il contrario di VITA?
Secondo me, morte è il contrario di NASCITA.
Per VITA non c'è un contrario.....e questo la dice lunga...