lunedì 22 dicembre 2008

La sofferenza


Vorrei fare un'ulteriore precisazione riguardo il post già pubblicato sul caso Eluana.
La mia scelta è stata ed è ancora oggi quella di non schierarmi da nessuna delle due parti (favore o contro), per rispetto verso il padre di Eluana che da anni vive un dramma e una sofferenza enorme.
Come posso io, che sono estraneo e distaccato, dire: è giusto o sbagliato?
Con quale autorità io posso diventare giudice libero e tranquillo per decretare chi ha ragione o chi ha torto?
Permettetemi di dire questo: se uno vuole dire la propria opinione in questo caso, aggiunga all'inizio del suo discorso “secondo me” o “io credo che”.
Ad alcuni, leggendo il mio precedente post su Eluana, è sembrato che la mia non scelta, il non avermi esposto per un gruppo o l'altro, fosse simile ad una posizione di relativismo, dove ognuno può fare quello che vuole o pensa meglio.
Non è questa la mia intenzione: il valore della vita e la difesa di questa è uno dei principi fondamentali per me; ma voglio aggiungere che nel caso Eluana in ballo c'è la difesa della vita non solo di Eluana ma anche di suo padre.
Difendo la vita di Eluana, e non dovrei difendere la vita anche di suo padre che da sedici anni è diventata un'agonia?
Penso sia giusto riflettere su questa vicenda, capirla a fondo, confrontarsi con se stessi e con gli altri. Ma a volte impariamo anche a rispettare la sofferenza altrui senza per forza schierarsi da una parte o dall'altra.

1 commento:

Giugia ha detto...

Caro Matteo,
poche parole per dirti che approvo totalmente ciò che hai scritto.
Di fronte a certe tragedie, a certe difficoltà, non è semplice prender una posizione definita e definitiva.Personalmente ritengo che prima di affermare "Io in quella situazione mi comporterei così, io mi schiero da quella parte perchè è la scelta giusta" bisognerebbe riflettere, riflettere...e poi riflettere ancora!A tal proposito mi viene in mente quel famoso proverbio indiano che cerco di applicare quotidianamente, ogni qual volta sono tentata di giudicare le azioni delle persone: "Prima di giudicare un uomo cammina per tre lune nelle sue scarpe".
Quanti di noi hanno camminato per tre lune nelle scarpe del papà di Eluana? Possiamo comprendere la sua sofferenza?...Io credo di no! Possiamo cercare di immaginarla...ma non possiamo comprenderla! Prima di giudicare, prima di schierarsi...bisogna vivere quel dolore, quell'esperienza!
Forse è meglio sostituire il giudizio assoluto con un rispettoso silenzio nei confronti di una sofferenza troppo grande per poter esser compresa da colui che non l'abbia vissuta sulla propria pelle!
Un abbraccio!
Giulia