martedì 4 novembre 2008

E' più facile ASCOLTARE o GIUDICARE?

Qualche giorno fà mi è capitato di vedere alla TV un servizio su un nuovo stile d'essere giovani, quello degli EMO.
Incuriosito dalla presentazione l'ho seguito attentamente sino alla fine.
Cercando di sintetizzare chi sono i ragazzi EMO, si tratta di un modo di apparire dai tratti particolarmente femminili: i ragazzi, infatti, sono truccati in viso, in particolare agl'occhi, come le ragazze, con una caratteristica frangia presente sia nei ragazzi che nelle ragazze.
A parte il look, è lo spirito che soggiace sotto che mi ha particolarmente colpito: il vivere e il far vedere uno stato di vita emozionalmente tendente alla tristezza; lo stesso trucco molto "pesante" sembra voler coprire la positività di una immagine personale di vita semplice, che esprima gioia, freschezza, spontaneità, allegria, per riflettere invece un'apparenza falsata, dai contorni tristi e connotata di tristezza, cupismo, e malinconia.
Sappiamo tutti che il look, il modo di vestirci e comportarci dice chi siamo. Ma allora, come educatore mi sono chiesto: i ragazzi EMO cosa mi stanno dicendo? Forse al giorno d'oggi abbiamo perso l'ebbrezza della semplicità, della normalità, quella capacità di sorprenderci anche per le piccole cose, a discapito invece di un mondo che ci propone prodotti artefatti, dove i rapporti umani sono veicolati o controllati da schemi predefiniti ( a questo proposito, i ragazzi EMO esprimono liberamente i loro sentimenti, tanto che gli stessi ragazzi maschi si baciano sulla bocca tranquillamente), dove il culto dell'immagine porta a volte il rischio di assumere maschere per apparire quello che non si è.
Io penso che un semplice gruppo, in questo caso i ragazzi EMO, ci stia dicendo tante cose, come nel passato facevano altri gruppi come i Dark, i Punk, i Metallari o altri.
Vorrei però aprire una discussione e chiederci: quanto centro anch'io nella costruzione di questo modo immaginario (cioè fatto di immagine)? Quale deve essere il mio atteggiamento come educatore?
Se fino a qualche tempo fà mi avrebbe lasciato perplesso e pensieroso vedere ragazzi così, oggi ho imparato, o meglio sto imparando, a non giudicare, ma ad ascoltare quello che l'altro vuole dirmi col suo atteggiamento. Questo forse è il passaggio più difficile, ma fondamentale come educatore... ma anche come amico o semplicemente compagno di cammino.
Pensate alle nostre famiglie, gruppi, classi di scuola o altro: quando vediamo dei ragazzi che si vestono o si comportano in modo "strano", siamo subito pronti a giudicare e cercar di far ritornare l'altro dentro gli schemi , o quanto invece ci chiediamo: cosa mi vuole dire con quel comportamento?
Lascio la discussione aperta. Se qualcuno vuole aggiungere la sua esperienza penso possa essere arricchiente per tutti. Sarebe interessante sentire la voce anche di qualche ragazzo.
PS: sebbene abbia cercato di documentarmi, può darsi che ci siano degli errori sulle informazione dei ragazzi EMO. Chiedo eventualmente scusa.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Ciao!!

Sono rimasta molto colpita dal tuo post relativo ai ragazzi EMO...infatti credo che spesso tutti giudichiamo l'apparenza di una persona in modo critico e per certi aspetti anche "cattivo" senza cercare di capirla veramente... ...credo che questo modo di affrontare la diversità, tutti coloro che appaiono "diversi" rispetto ad alcuni standard che la società impone, soltanto perchè vestiti in modo particolare,estroverso oppure perchè condividono stili di vita originali, scattano come forma di difesa verso noi stessi...
Ognuno di noi vede l'altro come una forma di pericolo...questa però non è una buona giustificazione...

cercherò di riflettere ulteriormente su questo... ...

Ciao ciao...

Thomas ha detto...

E' assolutamente vero quello che dice DEB, ma credo più profondamente che i giovani di oggi dovrebbero cercare la felicità in cose molto più semplici!!

Giugia ha detto...

Ciao Matteo!
Il tuo post é decisamente incredibile! Credo che tu abbia sintetizzato in maniera efficace il "mondo di oggi"!
E'vero,ognuno di noi é soggetto ai giudizi degli altri...Sembra proprio che il genere umano non possa far a meno di giudicare!
Lavorando in parrocchia con i ragazzi, spesso e volentieri ho assistito a prese in giro, più o meno pesanti,nei confronti di ragazzini/ragazzine. A volte il motivo era una maglia acquistata al mercato anziché in una boutique del centro, a volte la forma del naso o il peso...In quanto educatrice, ho tentato di insegnare ai miei ragazzi che il valore di una persona prescinde da queste sciocchezze, tuttavia ritengo che due orette alla settimana non siano sufficienti ad aiutare i ragazzi a crescere nel rispetto degli altri. Ecco perché si richiede alle famiglie di lavorare sodo affinché i momenti trascorsi assieme ai loro figli non siano inutili. Però sai...é difficile pretendere dai ragazzi quando i loro genitori, per primi "sparlano" dei loro conoscenti, beffeggiano i compagni di classe dei loro figli o addirittura insegnano ai loro ragazzi che le bestemmie sono strumenti utili nella discussione con l'altro!. La mia esperienza riguarda esclusivamente l'ambito parrocchiale ed é quindi limitata a questa realtà, tuttavia ritengo che i genitori per primi debbano insegnare ai loro ragazzi l'importanza di esser persone vere dentro, nell'animo e di non giudicare mai il loro vicino.
E' difficile Matteo, davvero difficile, soprattutto in questa società che si inventa di tutto pur di manipolare i giovani, facendo credere loro che l'importante é apparire, aver soldi, tanti soldi (non importa se per ottenerli hai rubato dal portafoglio dei tuoi genitori),belle ragazze/bei ragazzi e un "sacco" di amici che magari ti insegnano a "sballare" e quando é il momento di aiutarti si dimenticano chi sei...
Davvero un bel post...é necessario rifletterci su e ricordare l'enorme importanza del nostro ruolo di educatori (nelle vesti di genitori, docenti e animatori) nella società...
Un abbraccio
Giulia